Carlo Cottarelli torna a parlare in occasione del seminario “Se non ora, quando?” per spiegare il progetto Interspac per rafforzare l’economia dell’Inter
In attesa di Zhang in Italia, atteso probabilmente il prossimo 7 ottobre in occasione del derby tra Milan ed Inter, Interspac di Carlo Cottarelli è pronto a prendersi la scena tra le voci di un interessamento dal Medio Oriente per i nerazzurri. Oggi, venerdì 24 settembre è un giorno importante per l’azionariato popolare nel calcio italiano: tema del seminario “Se non ora quando?”, promosso da Interspac. L’appuntamento è avvenuto dalle ore 10.30 alle 13 anche in diretta streaming dalla Fondazione Catella di Milano.
Dopo l’apertura con Giovanni Malagò (presidente del Coni) e Gabriele Gravina (presidente della Figc), sono intervenuti Carlo Cottarelli (presidente Interspac), Mario Morelli (consigliere giuridico della Sottosegretaria di Stato con delega allo Sport, Valentina Vezzali), Antonio Boccia (ECM senior advisor, Bestinver) con un focus sul caso Bayern Monaco, Fabio Lalli (fondatore e partner di IQUII – Gruppo Be) che presenta i risultati del sondaggio, Michele Grazioli (presidente Vedrai), Luigi De Siervo (amministratore delegato Lega Serie A). A seguire tavola rotonda con Carlo Cottarelli, Gianfelice Facchetti, Enrico Mentana, Gad Lerner, Marco Civoli, Maurizio Mannoni, Peter Gomez, Micaela Palmieri, Pietro Senaldi, Marco Tarquinio e Beppe Severgnini.
Il progetto Interspac di Carlo Cottarelli
Avanza il progetto Interspac presieduto dall’ex direttore del Fondo monetario internazionale, Carlo Cottarelli. A margine di un seminario ‘Se non ora quando?’ organizzato dalla stessa Interspac, l’economista ha fatto il punto sulla proposta di azionariato popolare che coinvolgerà alcuni tifosi nerazzurri disposti a investire per il club. “Contiamo di presentare la nostra proposta entro due mesi, entro la fine di novembre. Il nostro obiettivo è quello rafforzare l’Inter”, le parole di Carlo Cottarelli. Poi ha aggiunto. “Ci sono difficoltà, non posso nasconderlo: dal coordinare un numero grande di persone nella gestione del club alla creazione di un modello finanziariamente sostenibile – ha proseguito -. Se ci fosse interesse da parte della proprietà dell’Inter sulla nostra proposta, passeremmo alla fase della raccolta da parte di tifosi e altre parti interessate”.
“L’ambizione è il controllo della società”
Ancora Cottarelli. “Se si raccolgono abbastanza risorse, l’ambizione è di arrivare al controllo dell’Inter. Il punto fondamentale è capire quanto riusciremo a raccogliere”. Poi l’economista spiega. “Non credo che la maggioranza sia tuttavia l’unica soluzione, diventa possibile solo se si raccolgono abbastanza risorse – ha proseguito -. Credo si possa andare oltre i numeri raggiunti finora, poi vedremo. Non escludo nulla. Dobbiamo rimboccarci le maniche, il progetto e’ difficile ma e’ molto bello – ha concluso -. Tifoso-consumatore? Non mi piace, preferisco tifoso-proprietario. Un tifoso che diventa proprietario non per questioni economiche ma perchè crede che sia meglio avere come proprietario qualcuno che ama il calcio”.
Il beneplacito di Malagò e Gravina
All’evento era presente anche il presidente della Figc, Gabriele Gravina. “Quello dell’azionariato diffuso come partecipazione popolare è una via da studiare per capire se sia in grado di alleggerire il peso del grande indebitamento che grava sui nostri club”. Più ottimista il numero uno del Coni, Giovanni Malagò. “Dopo la crisi serve fare qualcosa di diverso, è un’opzione che può risolvere almeno parzialmente i problemi finanziari dei club”. Poi ancora: “Non si può continuare ad accumulare debito rimanendo sulle spalle dei soggetti che investono e rischiano di rimanere col cerino in mano – ha proseguito -. Una delle opzioni è l’azionariato popolare, che esiste già in Spagna e che in Germania è un benchmark di riferimento. Avere al 100% un azionista tifoso è un sogno chimerico, ma è una spinta coraggiosa che non mi sento di escludere. Se i problemi sono elevati può essere un valore aggiunto avere in società tifosi che sono un punto di riferimento in altri settori e possono dare professionalità al mondo del calcio”.